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12 Giugno 2022 – Monte Legnone e Legnoncino

Escursione al monte Legnone e/o Legnoncino programmata per domenica 12 Giugno 2022

Ritrovo: P.zza Mercato (Leonardo Cerini) – ore 6.30

Località di partenza: Roccoli Lorla (LC) mt 1460

Difficoltà: E (Legnoncino), EE (Legnone)

Dislivello: Legnone mt 1146, Legnoncino mt 251

Tempo di percorrenza: 6/7 h Legnone A/R, 2/3h Legnoncino A/R

Abbigliamento/Equipaggiamento: Estivo da alta montagna, zaino 20/30L, copricapo, guanti, piumino 100g, mantella antipioggia, scarponcini da trekking, bastoncini, cibo, bevande, mascherina da indossare in auto

Descrizione itinerario: dal Rifugio Roccoli Lorla (1463 m) si imbocca il sentiero per il Monte Legnone. Percorso un breve tratto, al termine di una discesa, si seguono le indicazioni per Agrogno, continuando per il sentiero che inizia ad inerpicarsi all’interno di un bosco di larici. Nei pressi di una prima baita il sentiero diviene pianeggiante e conduce all’Alpe Agrogno (1644 m). Poi il percorso diventa più ripido, si sale fino a quando si raggiunge il punto in cui il crinale diventa esposto, aggirabile grazie alla presenza di corde fisse. Oltrepassato lo sperone, si giunge al valico chiamato Porta del Merli (2129 m) e poco dopo al Bivacco Silvestri (detto anche “Cà de Legn”, 2146 m). Superato il bivacco il percorso diventa impegnativo e sale tra le rocce con una serie di funi metalliche in alcuni punti, si raggiunge la congiunzione della cresta ovest con la cresta nord. Si prosegue in salita verso la cima lungo la cresta attrezzata con corde fisse per via della sua esposizione. Ancora pochi minuti di cammino e si arriva alla grande croce posta sulla vetta .Si rientra per la medesima via di salita.

Il Monte Legnoncino si raggiunge con una tranquilla passeggiata. Il dislivello contenuto è adatto anche a famiglie con bambini. Dal parcheggio del rifugio si prende la mulattiera il cui accesso è sbarrato alle auto. Dopo una leggera pendenza si arriva su un piccolo balcone a picco sul lago dove è presente un’area pic-nic. La vista è già superba da questo punto, ma con un piccolo sforzo aggiuntivo è possibile raggiungere la cima .

Iscrizioni: In sede CAI oppure per mail: castellanza@cai.it o whatsapp : 342 1960056
entro date e orari prestabiliti per consentire l’inserimento online sulla piattaforma escursioni del cai centrale ai fini assicurativi e per le indicazioni operative ai partecipanti. Il percorso potrà essere modificato in funzione delle condizioni ambientali.

5 Giugno 2022 – Grigna Meridionale

Salita alla Grignetta dalla Direttissima o dalla Cresta Cermenati.

Ritrovo – Piazza Mercato

Orario di ritrovo – 6:30

Località di partenza – Piani dei Resinelli (LC)

Difficoltà – EE/EEA

Dislivello – 930mt

Tempo: per la ferrata 2:30, totale: 6h

Abbigliamento e equipaggiamento – Estivo da alta montagna non innevata, kit da ferrata per la direttissima. Zaino 20/30L, piumino 100gr, copricapo, guanti, scarponcini da trekking, bastoncini, cibo, bevande.

Descrizione dell’itinerario – per la direttissima: partenza dal rifugio Carlo Porta seguendo il sentiero numero 8. Al bivio per la Cermenati si prende a sinistra in diagonale fino al caminetto Pagani superabile con due scalette di ferro. Si sale poi verso un bivio che conduce al rifugio Rosalba proseguendo dritto fino al colle Valsecchi. Da qui si prende a destra il sentiero attrezzato Cecilia fino a intersecare il sentiero Cermenati che conduce all vetta della Grigna Meridionale. Per la Cermenati: stessi punti di partenza e arrivo su sentiero ripido e roccioso. Discesa in entrambi i casi per il sentiero Cermenati

Iscrizioni – In sede CAI. Informazioni: castellanza@cai.it o whatsapp : 342 1960056
entro date e orari prestabiliti per consentire l’inserimento online sulla piattaforma escursioni del CAI centrale ai fini assicurativi e per le indicazioni operative ai partecipanti. Il percorso potrà essere modificato in funzione delle condizioni ambientali.

Fratelli si diventa

FRATELLI SI DIVENTA 

Mercoledì 11 Maggio ore 21 Sala Ratti Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti


Credo che questo sia il miglior film prodotto negli ultimi anni.
La visione dell’alpinismo tradizionale e i valori che dovono condurre gli alpinisti sono esplicitati chiaramente, d’altra parte non era possibile altrimenti avendo due giganti come Messner e Bonatti.
Alessandro Filippini  e Fredo Valla che hanno realizzato il film sono stati magistrali nel cogliere lo spirito dell’alpinismo e dell’avventura custodito dai nel cuore dei due alpinisti.


Il film è diviso in due parti: nella prima compaiono Messner, Bonatti e Riccardo Cassin a casa di quest’ultimo per festeggiarne i 100 anni. Nella seconda, è ripreso il dialogo fra Messner e Bonatti, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dalla salita del nella casa di Dubino di quest’ultimo, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dalla prima salita al Gasherbrum 4 (1958-2008).
«E’ molto emozionante questo dialogo in cui si toccano le ragioni profonde dell’alpinismo nella sua dimensione più umana e culturale, vera e propria forma di esplorazione di se stessi, innanzitutto, il senso dell’avventura intesa come un andare verso l’ignoto con curiosità ma anche paura. Paura, che è un sentimento fondamentale, fondamento stesso del coraggio», ha commentato Pamela Lainati, della Cineteca Cai.
«Ancora attualissime le affermazioni sull’animalità insita nell’uomo, che invece sta perdendo il senso della sua ricerca, delle sue origini e soprattutto del suo scopo, sempre più irrigidito in schemi fissi che vanno bene per ogni stagione, ma di fatto disumanizzati e disumanizzanti», continua.
«Io e Walter ci siamo incontrati emozionalmente già negli anni ’70, poi però siamo entrati in contrasto per colpa di qualcosa che non era nelle nostre teste, ma di altri. Poi ci siamo riuniti, spiega Messner, perché gli alpinisti hanno lo stesso sentimento per la montagna, la stessa sensibilità. È importante che i giovani si ricordino che l’alpinismo tradizionale è un’altra cosa, non bisogna dimenticarlo. Non è la gara di arrampicata che abbiamo visto alle Olimpiadi, quella non c’entra niente con l’alpinismo. Anche se è difficile difenderlo, perché è pericoloso. Però gli alpinisti non vanno in montagna per morire, ma per imparare l’arte di non morire nonostante l’asperità del luogo», continua ancora.